domenica 28 luglio 2013

una comune LIBERTA' in comune

ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Non si può essere soggetti ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni."

"No No No, però lei non può parlare così del Presidente della Repubblica lei lo sa questo, ne abbiamo già discusso in altre occasioni"
"Allora si però lei sa che non può chiamare in ballo il Presidente della Repubblica, anche questo fa parte del regolamento"
Queste frasi (ascoltate qui, dal minuto 2.40), pronunciate dall'on. Laura Boldrini nell'esercizio della sua funzione di Presidente della Camera dei Deputati, sono, a mio modesto parere, un vero e proprio atto di violenza all'articolo sopracitato della Costituzione, che pone come unico limite all'espressione del proprio pensiero il buon costume. Quelle parole, che richiamando il regolamento, impongono il silenzio sul nome del Presidente della Repubblica, sono in netto contrasto col comma 2, che nega nella maniera più assoluta la necessità di autorizzazione, e la possibilità di censura, al diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.
Il balbettio iniziale dimostra in pieno l'imbarazzo e forse la riluttanza dell'on. Boldrini a sostenere quel richiamo, ma non ne stemperano la gravità.
Ora nessuna voce istituzionale si è alzata a stigmatizzare il comportamento della Presidente della Camera dei deputati, ne tanto meno quel regolamento che, limitando la libertà di parola ai Deputati, ricorda tanto la situazione politica nella prima metà del secolo scorso.
Facciamolo noi, gridiamo anche oggi #giulemanidallacostituzione .
Rispondi al sondaggio e invita più persone possibile a farlo !














#lautunnoèvicino

2 commenti:

  1. La costituzione italiana è l'unica cosa che ci rimane, ma purtroppo è diventata utopica...chi la rispetta più?
    Pina

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    1. Noi la rispettiamo, io, te e milioni di italiani, che ogni giorno fanno il proprio dovere per migliorare la propria condizione e preparare un futuro sempre migliore per i propri figli. Non è utopica, ma concreta e per questo vogliono togliercela.
      Grazie del tuo commento, mi ha fatto immenso piacere.

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